IL CAMMINO DI EMMAUS | ||||
http://www.emmaus-associazione.org/ emmau@tiscalinet.it |
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Scarica questo numero in formato zip | N. 16 - Novembre/Dicembre 2002 | Visualizza e scarica i precedenti notiziari | ||
SOMMARIO | ||||
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CHI SIAMO | ||||
La nostra Associazione si propone di sviluppare
un itinerario che illustri le tematiche oggetto di riflessione, sia della
nostra redazione che dei gruppi partecipanti presso Casa Emmaus e interloquire
con essi e con quanti saranno interessati a recepire i nostri messaggi. Se desiderate interagire con noi, fateci pervenire i vostri messaggi via e-mail, o via posta presso la nostra redazione c/o Delfino Adele - V. Lomellina 56 - 20133 Milano. ----------------------------------------------------------------------------------------------------------- L'Associazione Emmaus dal 1994 è associata
alla F.I.E.S. - Federazione Italiana Esercizi Spirituali. |
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ATTUALITÀ | ||||
La nostra Associazione è continuamente tesa ad allacciare rapporti fraterni all'esterno anche su internet. Abbiamo ricevuto questa lettera, densa di amore e di contenuti per Cristo, la Sua Chiesa e il Suo Pastore. Nell'areopago di internet la comunicazione ci fa scoprire fratelli con i quali condividere la gioia di essere cristiani.
Pace e Bene Adele, condividiamo con te la gioia di vedere Giovanni Paolo II ancora con noi, alla guida dei nostri passi ancora giovani e pieni di speranza. Siamo tutti commossi perché ci rendiamo conto di quanto quest'uomo meraviglioso abbia donato alla nostra vita, fissando bene nel nostro cuore un amore per il mondo, per i fratelli, per la pace e per Cristo stesso di cui egli ne è il successore degnissimo. Quanti viaggi in questi 24 anni di pontificato! Uno stile che è diventato segno tangibile di una Chiesa in movimento, in cammino. Non si vive e trasmette il Vangelo standosene comodamente seduti nella propria vita. Il cristiano è un nomade alla ricerca di un incontro che cambia la vita, un incontro continuo, una ricerca affannosa del volto. Fratelli, siamo tutti chiamati a muoverci verso il mondo, ognuno nella propria dimensione di vita e secondo le proprie virtù, e tutti allargando i propri orizzonti di fede che non si esauriscono in una Liturgia Eucaristica domenicale vissuta a metà. La liturgia rappresenta il punto di arrivo e il punto di partenza di ognuno di noi; arrivo dalle strade e partenza per le strade. Non possiamo continuare a coltivare il nostro orticello perché quei frutti non saranno mai come quelli che abbiamo coltivato nell'orto più grande che è quello della Fraternità Universale. Grazie, nonno Giovanni, perché non finisci mai di stupirci con le tue intuizioni, con i tuoi progetti e con le tue parole che sanno scaldare il cuore come nessun altro, a parte Cristo stesso. Grazie per aver donato alla Chiesa cinque nuovi misteri ai quindici già esistenti nel rosario. Sono i "misteri della luce" che comprendono il Battesimo nel Giordano; le nozze di Cana; l´Annuncio del Regno; la Trasfigurazione; l´Istituzione dell´Eucarestia. Misteri che serviranno a dare un nuovo impulso alla recita del Rosario e serviranno al mondo per comprendere meglio attraverso il rosario la missione di Cristo stesso. Ti amiamo nonno Giovanni così come amiamo in Cristo ogni essere vivente vissuto, vivente e che vivrà su questa Terra! LA SFIDA DELLA FEDE "Noi siamo fortunati, perché abbiamo sempre vicino il volto
dei nostri bambini": così si è espressa una mamma
che ha perduto il suo bambino sotto le macerie del terremoto a San Giuliano
di Puglia. NO GLOBAL A FIRENZE (Novembre 2002): TANTO RUMORE PER NULLA Questi ragazzi dalla idee spesso leggere ma che temono seriamente la
guerra, che si uniscono per motivi emozionali per sentirsi più
forti, dalle facce variopinte con le quali vogliono comunicare la loro
volontà di distaccarsi dal comune ordine delle cose, molti dei
quali fumano canne e più che per impegnarsi vengono per inserirsi
nel flusso e divertirsi, che pensano di sollevare i problemi e in parte
risolverli con la contestazione muniti di slogan e striscioni, di rudimentali
strumenti musicali utili solo per schiamazzi, si sono passati l'S.O.S.
da un continente all'altro per dire a chi detiene le leve del potere,
che vogliono un mondo migliore. Abbiamo visitato il sito del Social Forum Europeo http//www.fse-esf.org
Nella sezione Programma sono delineati i forum di discussione proposti e abbiamo potuto esaminare gli argomenti che intendevano essere trattati: alcuni condivisibili, altri meno, alcuni affatto. L'indirizzo generale è quello della sinistra sociale. Alcuni temi sono esplicitamente avversi alla dottrina sociale della Chiesa, all'etica cristiana, qualcuno fortemente anticlericale. Rispettiamo le opinioni di tutti, ma non condividiamo tutto ciò che evangelico non è. Affermiamo il rispetto della vita umana fin dal concepimento; la superiore dignità del matrimonio cristiano rispetto ad altre forme di convivenza; affermiamo il diritto dei genitori di scegliere con libertà come educare e formare i loro figli; nutriamo l'evangelico "amore per i nemici" in quanto da noi considerati figli di Dio in cammino; siamo contro ogni forma di violenza e non siamo affatto d'accordo con quelle correnti di pensiero che ritengono possano esservi lotte anche violente per fare rivoluzioni "giuste"; pensiamo che il "populismo" non paghi e che la democrazia sia ancora la forma vincente rispetto ad altre forme di governo; riteniamo che prostituzione e violazione di minori siano piaghe sociali per le quali occorre cercare tutti insieme una cura; riteniamo che chi compie azioni aberranti che minano la buona convivenza non possa accampare diritti che giustifichino questo comportamento; crediamo che le tossicodipendenze e la cattiva salute mentale dipendano per lo più da una società deprivata di valori di riferimento, piuttosto che dallo smantellamento dello stato sociale. Per fortuna, pare che qualche eccezione vi sia stata, (abbiamo notato
che è stata portata ad esempio la cittadella internazionale di
Loppiano, quale modello di convivenza sociale cristiana); abbiamo saputo
e visto che erano presenti anche dei credenti che hanno testimoniato
accoglienza verso gli altri e disaccordo su quello che viene ritenuto
l'inevitabile, presunto scontro di civiltà. IL PAPA IN PARLAMENTO RACCOMANDA : non perdere di vista i valori etici Dopo la storica frattura tra Stato e Chiesa nel 1870 (presa di Porta
Pia) questo è stato un momento di equilibrio, un incontro positivo
e significativo perchè ha messo in evidenza il fatto che su alcuni
valori, laici e cattolici si incontrano.Tuttavia è stato forse
anche un segnale del fatto che i fedeli laici, cui il Concilio Vaticano
II aveva indicato un ruolo di mediazione tra Stato e Chiesa, non dimostrano
di fatto ottemperare a questo compito, cioè vivere la cittadinanza
offrendo il proprio patrimonio di valori per il bene comune. . I punti del suo discorso:
Il Santo Padre, che ha chiuso il suo discorso con l'invocazione: "Dio benedica l'Italia", è stato accolto dai parlamentari con molto calore e attenzione. I commenti scaturiti sono stati favorevoli. Giovanni Paolo II è stato apprezzato un po' da tutti per la sua umanità, il suo coraggio, la sua coerenza. Per la sua capacità di essere uomo moderno e insieme contro le tendenze negative del nostro tempo. Paladino delle libertà riconosciute da cattolici e laici, dei diritti umani, della democrazia. Un credente autentico e appassionato, preoccupato del bene comune di tutti gli uomini e di tutti i popoli. |
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HANNO DETTO | ||||
"La bellezza è il richiamo anche a ricordare che non tutto
è fatto per il nostro consumo e che l'appropriazione non deve
avere l'ultima parola. Se non vogliamo abitare un mondo dominato esclusivamente
dallo scatenamento degli appetiti e dallo scontro dei bisogni di soggetti
sempre più avidi e impazienti, occorre che la bellezza continui
a tenerci a bada."
"La noia è il peggior nemico della cultura." Card. Arcivescovo Dionigi Tettamanzi Abbiamo raccolto alcune perle tra le prime espressioni rivolte dal nostro Pastore S.E. il Card. Arcivescovo Dionigi Tettamanzi, a noi fedeli della Diocesi Ambrosiana. Una vitalità da custodire e rinnovare |
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I NOSTRI APPUNTAMENTI | ||||
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LE NOSTRE ESPERIENZE | ||||
CONVEGNO:
IL RUOLO DEI GIOVANI NELL'EUROPA DELLA SPERANZA MILANO, 22 ottobre 2002 Abbiamo lavorato, ci siamo impegnati con tutte le nostre
forze e capacità: era un meeting preparato per loro, i nostri
giovani, i futuri fruitori e cittadini della nuova Europa. Realisticamente,
tenuto conto delle scarse presenze, sembra che i giovani non abbiano
ritenuto utile raccogliere il nostro invito, nonostante l'adattamento
del convegno alle loro esigenze e alla cura con cui lo abbiamo preparato.
Per cercare di capire il mistero del Regno di Dio che viene, ricorriamo a Gesù, alle Sue Parole. Facciamo riferimento a Lc. 13. A che cosa è simile il Regno di Dio? Alla cosa più piccola e nascosta: un granello di senape, una manciata di lievito. Non si vedono, ma contengono un piccolo nucleo di forza, capace di svilupparsi per creare vita nuova che andrà ad alimentare altre vite per condurle alla piena realizzazione del regno di Dio. E ancora (Lc.17,20) "Il Regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, eccolo là. Perchè il Regno di Dio è in mezzo a voi." Dunque Dio opera, Cristo opera nella storia dei singoli e dei gruppi e non si impone in modo spettacolare: il Signore dell'universo non ha certo bisogno delle nostre manifestazioni di massa, delle nostre organizzazioni. Quei numerosi relatori, esimi professori e oratori, che nell'occasione del convegno, hanno avuto occasione di confrontarsi mettendo in comune i loro pensieri e le rispettive discipline, certamente trasmetteranno altrove la ricchezza del reciproco dialogo e come il sassolino che, cadendo nell'acqua, forma cerchi che si allargano sempre più, prolungheranno l'eco chissà dove, chissà quando e verso chi.....a noi non deve importare saperlo. Siamo servi inutili. Dice il Vangelo "C'è chi semina e c'è chi raccoglie...". RELAZIONE BREVE
Intendiamo far circolare questa relazione
come incoraggiamento per quei giovani che forse avrebbero voluto partecipare,
ma che poi hanno preferito attendere a qualcos'altro. Ha introdotto i lavori il dott. Rino Cammilleri. - Prof. Edoardo Bressan, docente di storia contemporanea Inoltre, si è svolta una tavola rotonda a cui hanno partecipato: - Gerardo Larghi, educatore Moderatore del convegno è stato il Dott. Augusto Pasculli. Possiamo
affermare che i convenuti, pur senza alcun accordo preventivo, sono riusciti
a integrare le rispettive relazioni senza contraddirsi.
Per cercare di fare una "relazione
breve" del convegno, si può partire da
uno qualsiasi degli interventi, perché insieme hanno composto come
la trama di un unico tessuto.
Dopo una breve presentazione, fatte dai rispettivi presidenti delle due associazioni "EMMAUS" ed "EURO 2000" che hanno organizzato il Convegno e che si sono dichiarate come aggregazioni laico-cristiane, sorte per contribuire a promuovere la cultura cristiana, il Vangelo delle Beatitudini, le opzioni del Concilio Vaticano II, sono iniziati i lavori del convegno. Ha introdotto il dott. Rino Cammilleri. Lo scrittore è partito dalla constatazione della povertà di valori della gioventù di oggi. I modelli di riferimento dei nostri giovani sono, infatti, genitori sessantottini, una TV dai contenuti fatui, una scuola portatrice di contraddizioni ("se tutti hanno ragione, nessuno ha ragione"): un pluralismo ideologico, ma in realtà un unico modello sociale. Conseguenza: lo scetticismo da cui si passa facilmente all'edonismo. La sfida da affrontare è quindi quella di trovare per l'Europa un denominatore comune che emani, riscoprendoli, dai valori cristiani. Il prof. Paolo Corvo, sociologo, a proposito dell'assenza dei giovani, ha fatto alcune ipotesi:
Per recuperare la fascia giovanile a modalità di partecipazione e rappresentanza, occorre che gli adulti ripensino un certo modo di fare, a certe modalità di espressione, utilizzando anche le nuove tecnologie e i nuovi linguaggi, tenendo presente che ogni linguaggio ha una sua funzione, ogni media ha un suo linguaggio. A proposito di linguaggio possiamo allora passare alle considerazioni fatte dal Prof. Lorenzo Cantoni. Egli ha spiegato che:
A proposito di linguaggio, il dott. Natale Benazzi ha parlato del ruolo dei media nell'Europa.
Il prof. Stefano Zecchi si è inserito nel contesto di queste conversazioni per far sapere che il Ministerodella Pubblica Istruzione stanzia fondi rilevanti per l'istruzione, come nel caso di Rai-Educational. Purtroppo mancano le idee. È vero che non abbiamo strutture e base sociale adeguata per essere ritenuta utente televisiva di emittenti estere molto valide, tuttavia basterebbe "copiare" per avere qualcosa di meglio di ciò che oggi si ha. Il prof. Zecchi ha invertito la frase che esplicitava il tema che avrebbe dovuto trattare. Essa era "La bellezza salverà il mondo". Il professore si è invece chiesto: "Chi salverà la bellezza del mondo?". A partire da questa domanda ha fatto le seguenti riflessioni: come
impresa Per ricostruire questa rete di relazioni virtuose occorre ripensare a tutto il mondo dell'artigianato d'arte, recuperando una tradizione creativa che è stata italiana ed europea. Io credo, ha detto il relatore, che una società tenda al declino tutte le volte in cui la differenza diventa omologazione, perdita di quelle peculiarità che definiscono la qualità di appartenenza di una identità. Quando le culture sono fragili, può nascere la grande paura di fronte al confronto con gli immigrati, proprio perché viene meno la coscienza del proprio fondamento, cade il rapporto con la propria storia e la propria tradizione. La capacità di sintetizzare il vecchio con il nuovo è il segno di una cultura che ha una grande fede nellapropria identità. Noi stiamo usando parole come valore, comunicazione, senso: sono espressioni che portano a una trascendenza, non necessariamente religiosa, ma è qualcosa che va al di là del materiale, del funzionale, del pratico. L'identità stessa è un valore trascendente e questa nostra società materialista desacralizzata, finisce per perdere la sua forza, poiché la ricchezza e il denaro non sono luoghi di strutture di identità. Anche il povero possiede una grande ricchezza interiore se ha la capacità di comprendere il valore di sé. Il
Prof. don Pierdavide Guenzi, docente di teologia morale,
è partito da una riflessione sul dato biblico dicendo che in
fondo l'identità naturalmente relazionale è
scritta in quel documento che è il secondo capitolo della Genesi.
Questa antropologia, guarda all'uomo come individualità irripetibile
e insieme come essenziale apertura agli altri. Nel dialogare l'uomo
si pone di fronte a qualcuno tra confronto e scontro; l'interculturalità,
oggi tanto messa a tema, è convivenza dei possibili diversi che
si confrontano, cioè si lasciano chiarire e contestare dagli
altri: ciò è anche utile per comprendere meglio la propria
identità. Quanto ai valori irrinunciabili, don Guenzi si è espresso favorevolmente sul binomio solidarietà e sussidiarietà, principi ispiratori etici che devono coniugarsi strettamente tra loro.
Il significato autentico del principio
di sussidiarietà è quello di sottolineare che ogni costruzione
sociale, anche quella ipotizzata in un processo di unificazione europea,
si fa a partire dalla persona e per la persona, salvaguardando un tessuto
di relazioni che possano consentire a ciascun gruppo di esprimere ricchezza
e creatività. Con Carlo Magno e con l'Impero Carolingio c'è l'Europa, e il centro di riferimento di questa civiltà è dato dal rapporto tra il valore della persona e la sua appartenenza alla comunità, con un ruolo del potere politico che è di garanzia, non di determinazione dei valori; il diritto è lo strumento che regola questo rapporto. Colpisce
quando osserviamo la realtà politica del Medioevo, il senso porfondo
di autonomia che la caratterizza: comuni, corporazioni di arti e mestieri,
università, ospedali... Le comunità "intermedie",
godono di un potere originario, non derivato. Il potere superiore inizia
là dove si esaurisce la competenza del ceto inferiore. È
una società articolata, una società di corpi che conosce
una grande vitalità; non vi è dicotomia tra sviluppo economico
e tradizione cristiana. Fino al XVIII secolo la società vive,
da una parte, di un comune riferimento etico-religioso, dei valori cristiani
riconosciuti da tutti, dall'altra di questo grande pluralismo sociale.
L'Europa esce da questa tragedia dopo la seconda guerra mondiale, tornando alla libertà e immaginando un nuovo ordine politico fondato sui diritti della persona e sulla coscienza di un'umanità che è di tutti: per il prof. Bressan la Costituzione Italiana che aggancia i diritti al valore della persona rappresenta un esempio interessante.
È questo un cammino tutto da percorrere, con difficoltà a motivo della corrosione dei valori operata dalla secolarizzazione: perciò è importante la disputa sul preambolo della Carta Costituzionale Europea. Oltre a quella dei valori, l'altra sfida è quella del policentrismo, cioè la ricerca di un sistema che garantisca la persona e i corpi sociali, che rispetti il pluralismo sociale, che riconosca nei livelli inferiori e nella molteplicità dei soggetti sociali qualcosa di originario, recuperando l'eredità di quella che era stata una scoperta dell'Europa medioevale.
La TAVOLA ROTONDA, a cui hanno partecipato persone che in qualche modo hanno fatto e fanno esperienza sul campo, ha dato occasione di conoscere anche punti di vista da angolature differenti.
Il Prof. Gerardo Larghi,
educatore di professione, fa parte di un'Associazione fondata 25 anni
fa a Strasburgo da un sacerdote cattolico, ora defunto, e che si denomina
"Regroupement Européen de Recherche et Formation des Enseignants".
Il dott. Gianni Borsa, giornalista, esperto e autore di studi sul processo di integrazione europea, ha ricordato due recenti occasioni in cui i giovani hanno parlato di sé e tra giovani dell'Europa. Un appuntamento recente è stato il simposio dei Vescovi che si è svolto a Roma sul tema "Giovani d'Europa nel cambiamento - laboratorio della fede"; il secondo appuntamento si è svolto a Bruxelles sotto il titolo "Convenzione europea dei giovani", una sessione del quale è stata dedicata tutta ai giovani con protagonisti i ragazzi. In entrambi i casi la comunità giovanile ha lanciato dei messaggi al mondo adulto:
Di contro, i giovani hanno
dichiarato di sentirsi impreparati, deboli, spesso non guidati dai loro
educatori per quanto concerne la memoria storica, motivo per cui sentono
la difficoltà a capire il passato per interpretare il presente. Il giornalista ha detto che dentro questa percezione della realtà giovanile attuale occorre mantenere un confronto aperto con tutti, uno sguardo costante sulle vicende nazionali ed internazionali, la capacità di condividere con gli altri quello che sta avvenendo intorno a noi.
Si è aperto poi il confronto con il pastore protestante Martin Ibarra e con un esponente della confessione cristiana ortodossa, padre Traian Valdman
Il primo (Ibarra), ha espresso il parere che il processo istituzionale di unificazione europea possa aver arginato il rischio di guerre promuovendo forme più civili di confronto. Un problema potrebbe comunque sorgere con l'allargamento all'est europeo. Un'altra preoccupazione (della chiesa Battista) è l'attuale fase di discussione sui preliminari della futura Costituzione europea. Il pastore si è domandato quali fondamenti e valori potranno essere posti alla base e se ci sarà un riferimento a Dio e a una cultura formata, tra i tanti altri elementi, anche dal cristianesimo e sulle Sacre Scritture. I rappresentanti dei cristiani protestanti si sono espressi sul valore fondamentale dei principi della sussidiarietà e della solidarietà, originate spesso dall'iniziativa spontanea di singoli o gruppi che si aggregano. Il mondo protestante non intende assolutamente riproporre la cristianitas medievale ormai superata, ma creare un modello nuovo, ecumenico, in base al quale le chiese cristiane hanno cominciato a dialogare e a trovare punti di unità per fare insieme tutto quanto può essere fatto insieme: un'interazione tra le culture e non un sentirsi separati. Già nel medioevo i "frati girovaganti" portavano cultura e coscienza di unità. Oggi uno scambio culturale tra i giovani è promosso dal progetto "Erasmus", che consente loro di spostarsi in paesi diversi, studiare, imparare le lingue, confrontarsi, elaborare progetti culturali a livello europeo.
Il secondo intervenuto (Valdman),
ha presentato alcune considerazioni sul rapporto in cui si situa la
chiesa ortodossa nel processo di unificazione europea. Ha
manifestato l'impressione che la sua Chiesa ha, di essere lasciata un
po' ai margini dell'Europa, forse perché non compresa abbastanza.
Infatti - ha detto - la Chiesa ortodossa porta in se stessa un modello
comunionale e conciliare che unisce realtà diverse. Ha ribadito
l'importanza sia dell'unità sia della conservazione della rispettiva
identità e peculiarità delle chiese (quali: architettura,
iconografia, innologia, musicologia, spiritualità monastica). La rappresentante di "Medici senza frontiere", Emanuela Pasquariello, ha fatto cenno agli scopi e ai campi di intervento dell'associazione di cui fa parte. Ha inoltre sottolineato che, secondo la sua associazione, la salute deve essere diritto di tutti, senza limitazioni, che la solidarietà deve farsi servizio attraverso fatti concreti, che la guerra dovrebbe essere rifiutata da tutti perché crea condizioni tali per cui non possono venire garantiti neppure i minimi diritti umani.
A conclusione del Convegno, la Presidente dell'Associazione Emmaus, promotrice prevalente di tutta l'organizzazione, ha ringraziato i partecipanti, i relatori, i collaboratori, gli Sponsor, portando il saluto di Mons. Giovanni Balconi, responsabile del Coordinamento dei Centri Culturali della Diocesi lombarda; poi, esprimendosi a titolo personale, ha espresso la propria fiducia in Gesù, Signore della storia, unica "speranza del mondo" che non inganna. |
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EMMAUS per la SPIRITUALITÀ (Aderente F.I.E.S. - Federazione Italiana Esercizi Spirituali) |
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SPIRITUALITÀ "PARABOLE MEDIATICHE": Fare cultura nel tempo della comunicazione Dopo due giorni di profonde, eccellenti relazioni che hanno
dato occasione di riflessione ai 1200 operatori nel campo della comunicazioni
convenuti a Roma al Convegno organizzato dalla C.E.I. - cantiere del progetto
culturale, mi è sorta una riflessione "PARABOLA MEDIATICA"
che sento il dovere cristiano di comunicare. ALLA RICERCA DI SENSO Figlio
mio, Adele |
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Emmaus per il Cantiere del Progetto Culturale C.E.I. | ||||
PARABOLE MEDIATICHE - Fare cultura nel tempo della comunicazione
Convegno organizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana Commissione Episcopale per la Cultura e le Comunicazioni sociali Roma, 7-9 novembre 2002 Tenteremo di fare una relazione breve di ciò che ci è
sembrato "nuovo" nelle relazioni ascoltate. Cominciamo dall'assise
conclusiva - Aula Nervi - Vaticano, terminata con l'incontro del Santo
Padre Giovanni Paolo II con gli operatori della comunicazione e della
cultura. Precisiamo che AVVENIRE, il quotidiano dei cattolici ha pubblicato
integralmente, domenica 10 novembre 2002, il discorso tenuto dal Papa
e sintesi pensate sulle altre relazioni del Card. J. Ratzinger, Prof.
Giorgio Rumi, Dott. Dino Boffo. Gli oltre 1200 operatori della cultura,
presenti all'udienza con il Santo Padre, hanno inteso interrogarsi
sull'oggi di Dio consapevoli che Cristo è l'unica parola che
salva. Dal discorso del Santo Padre: "[...] Siamo consapevoli
che le rapide trasformazioni tecnologiche stanno determinando, soprattutto
nel campo della comunicazione sociale, una nuova condizione per la
trasmissione del sapere, per la convivenza tra i popoli, per la formazione
degli stili di vita e delle mentalità [...] la cultura si trasmette
mediante la comunicazione. Ma quale cultura [...] che non abbia al
suo centro la dignità della persona, la capacità di
aiutare ad affrontare i grandi interrogativi della vita umana, l'impegno
a servire con onestà il bene comune, l'attenzione ai problemi
della convivenza nella giustizia e nella pace? [...] Di fronte a questo
nuovo areopago, dobbiamo essere sempre più consapevoli che
l'evangelizzazione stessa della cultura moderna dipende in gran parte
dall'influsso dei media .[...] Potremmo sentirci impreparati [...]
non dobbiamo scoraggiarci: ci sostiene una forza incontenibile, che
scaturisce dall'incontro con il Signore (come i discepoli di Emmaus)
[...] Relazione sintetica delle giornate precedenti Il Card. Ruini presentando il Convegno ha espresso il parere che la fede abbia una fecondità anche civile. Lo sviluppo del progetto culturale va inteso come via efficace per farsi carico delle sfide che provengono dalla questione antropologica: siamo chiamati a confrontarci con la valenza multiculturale su "chi è l'uomo". Quale visione abbiamo dell'uomo e del suo destino? Un'antropologia integrale, può costituire il punto di partenza per una sana e dialogica interattività e interconnettività mediatica che va sostituendo spesso il rapporto interpersonale, il quale peraltro è sempre la via più eccellente per una efficace testimonianza. L'altra questione è la ricomposizione del senso frammentato della cultura, tenere insieme, cioè, i vari aspetti della vita facendo unità di tutto in Cristo. Ha diretto i lavori del convegno Mons. Francesco Cacucci, presidente della commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali, che ha ritenuto di individuare nel "discernimento" la migliore qualità per fare cultura. La dott.ssa Manna insieme al prof. De Rita ha presentato una ricerca del CENSIS sui giovani dai 18 ai 30 anni, in quanto si mostra evidente in questo nostro tempo l'emergenza della condizione giovanile. Questa ricerca ha rilevato che le giovani generazioni sognano una vita in cui vi siano sentimenti importanti, sono pessimiste e realiste: pensano che la felicità sia un attimo e la vita un viaggio con ostacoli da superare. Ritengono che il tempo sfugga e dunque vada sfruttato. Le loro paure sono la solitudine, il dolore, la morte. Fanno scelte etiche personali e se si affidano alla Religione Cattolica è per avere un veicolo di appartenenza e una dimensione collettiva di senso. Vorrebbero avere ciascuno una identità e pensano di potersela costruire vivendo. Chiedono testimonianze credibili che possano dare loro speranza per il futuro. Le generazioni precedenti non sono state in grado di trasferire valori, perciò questi giovani pur esprimendo una voglia d'anima, vivono nel presente, in modo superficiale, non leggono libri, fanno una fruizione solitaria di telefono e TV, usano il tempo libero per stare con gli amici in modo evasivo e leggero. Il 70% non sa indicare modelli di riferimento culturale. Hanno bisogno di maestri di vita, che non siano banali e che con responsabilità trasmettano loro una dimensione di senso nella storia, introducendo la differenza. I Vescovi possono essere aiutati nella loro missione, ritrovando guide sul territorio che abbiano carismi in grado di far stare nella rete delle singolarità la pluralità delle esperienze. I giovani sono in territori reali e virtuali, lì possiamo star loro vicini. Quattro relatori per la prima delle tavole rotonde. Mons. Ravasi ha espresso il parere che se una lingua si corrompe, si corrompe anche una nazione. Infatti riceviamo continuamente messaggi di superficie, con eccesso di parole ma scarsi contenuti, immagini brutte e volgari: abbiamo bisogno di una lunga purificazione per tornare ad usare contenuti forti e riempire il vuoto con i grandi significati dell'esistenza:vita, morte e vita dopo la morte, dolore e mistero, pace e guerra, bene e male, violenza e giustizia. Cristo ha predicato la verità su Dio e sull'uomo. Non dobbiamo perdere la speranza di recuperare l'uomo d'oggi a una dimensione superiore. Ha citato Sofocle: "Grande è l'uomo, sempre. Quest'uomo è pur sempre capace di ribellarsi e infinita è la sua inquietudine." Il Dott. Leonardo Mondadori ha parlato dell'attesa messianica della gente. Ha detto che ha incontrato diecimila persone di classe media e tutte hanno espresso il bisogno di valori. Occorre fare comunicazione dura e comunicazione vera. Il valore della persona ad esempio, bisogna saperlo spiegare. La religione porta gioia. Occorre lottare contro il nichilismo e farlo con gli stessi mezzi con cui lo fanno gli altri. Ha fatto un esempio: le Parrocchie sono più capillari delle stazioni dei carabinieri. Usiamole! Comunichiamo, altrimenti perderemo un'occasione storica. Federico di Chio, distributore cinematografico, ha espresso il parere che la fede è dono di Dio e che è sbagliato credere si possa comunicare, la si può solo testimoniare. Come hanno fatto alcuni santi, Don Bosco, Madre Teresa, essi hanno creduto che il Signore è onnipotente e che attraverso il loro poco, Egli avrebbe operato il molto. Un'altra cosa ha detto, che ha sorpreso, perchè pronunciata da un giovane: "L'istanza diabolica è presente nel mondo del simbolico" Perciò gli operatori della comunicazione hanno davanti un terreno duro di missione, che propone un vero e proprio "controvangelo"rispettp a ciò che i media attualmente propongono. Il filosofo Onorato Grassi (docente universitario) ha espresso il parere che ogni cultura autentitca affonda nell'esperienza, nella percezione che ha l'uomo della realtà. Occorre saper valutare con coscienza critica la realtà: ciò risponde all'esigenza del saper giudicare. I giudizi rendono più vera la vita: occorre saper capire dove la vita è manipolata, lottare contro i pregiudizi, saper giudicare lo scopo di ogni tipo di educazione. Valorizzare le verità che provengono da qualsiasi parte. Per i giovani è importante che sappiamo dare le ragioni della nostra fede per cui ha significato la vita. Un altro aspetto importante per essere operativi: la creatività, giocarci culturalmente, rischiare per arrivare prima, non dopo gli altri, anche correndo il rischio di sbagliare. Di un'altra tavola rotonda è stato moderatore il Prof.Ornaghi (Rettore dell'Università Cattolica di Milano e Presidente dell'Authority del Volontariato). Egli ha detto che in un sistema mass-mediale sempre più complesso occorre connettere positivamente i valori della comunicazione e quelli dell'antropologia. Poiché si renderà sempre più difficle il rispetto di regole condivise, è necessario che attori sociali, come i politici, stabiliscano al più presto regole che consentano il rispetto dell'utente. E' intervenuto il Ministro delle comunicazioni on. Gasparri che ha dato notizia di un disegno di Legge sul sistema radiotelevisivo. Ha inoltre preannunciato: il nuovo contratto di servizio della Rai che garantisca una programmazione conforme alla rilevanza culturale e sociale della comunicazione RadioTV; un codice di autoregolamentazione per la tutela dei minori che contiene specifiche sanzioni a carico delle imprese che ne violeranno le norme; l'istituzione della linea di emergenza "114" a cui potranno rivolgersi coloro che vorranno denunciare situazioni di disagio cagionate a minori da immagini o messaggi diffusi dai mezzi di comunicazione. Anche il prof. Cesare Mirabelli, presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti, ha fatto sapere che la Convenzione di Strasburgo sulle trasmissioni televisive "transfrontaliere"ha sancito che le emittenti devono rispettare la dignità della persona, tutelare i diritti fondamentali, ponendo il divieto di diffondere programmi indecenti o pornografici lesivi della tutela dei minori. Il prof. Enzo Cheli, presidente dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha messo in evidenza la necessità di individuare con precisione la missione del servizio pubblico radiotelevisivo, valorizzandone al massimo l'indipendenza dal sistema economico e politico. C'è bisogno di senso di responsabilità da parte dei comunicatori e di regole condivise dai cittadini consapevoli dei loro diritti, da definirsi al più presto perchè entro il 2003 vanno attuate le direttive comunitarie sulla comunicazione elettronica e nel 2006 è fissato il termine per il passaggio dalla tv analogica a quella digitale. Mons. Crispian Hollis, membro per quattro anni del Dipartimento per le Trasmissioni Religiose della BBC, ha focalizzato la sua relazione sul tema del linguaggio. Pur affermando con fede che la Parola di Dio è seme che cade nei posti meno probabili dove prende radice e porta frutto e che Gesù è il "conduttore" più grande di tutti perchè è il Verbo incarnato e noi semplicemente "vasi di creta" ai quali sono stati affidati i tesori del Verbo.(2 Cor.4,7), ha espresso il parere che parliamo una lingua da "interni", al punto che coloro che sono esterni alla Chiesa non capiscono nulla di ciò di cui parliamo. Perciò è necessario sviluppare un nuovo linguaggio, espresso anche mediante immagini e simboli potenti, attraenti e stimolanti il più possibile, perchè questo è il mondo in cui viviamo e che abbiamo il compito di evangelizzare. Non dobbiamo comunque dimenticare che la nostra eredità e la nostra cultura cristiane, richiedono la presenza della persona : io e te per Dio, poichè"il Verbo si fece carne".(Gv.1) Ha dato la sua opinione di giornalista il Dott. Fappat, direttore dell'unico quotidiano cattolico in Francia "La Croix". Egli ha espresso il parere che in genere i giornalisti cristiani passano il tempo a dedicarsi all'annuncio di cattive novelle, anzichè trasmettere i germi della speranza annunciando la "buona novella". Inoltre ha posto l'accento sul tema della libertà: secondo lui la Chiesa di Roma deve auspicare il dibattito e incoraggiarlo, dare ai cristiani spazi di confronto. Lo stesso per i giornalisti cristiani: la libertà in dialettica con la responsabilità e l'umiltà per poter scrivere contro-corrente e poter andare incontro all'esigenza degli uomini del nostro tempo che cercano di dare un senso alla vita. Il Prof. Gaspare Barbellini Amidei, ex vice-direttore e ora editorialista del Corriere della Sera, ha ricalcato il tema del linguaggio, affermando che dobbiamo essere consapevoli che stiamo parlando e scrivendo, cioè comunicando, con un pubblico che ha imparato l'italiano dalla TV. L'interattività che consente internet, può essere per i giornalisti cattolici un'occasione vincente, ma il lettore deve essere chiamato ad interagire, dobbiamo preoccuparci di far nascere delle domande, anzichè fornire delle risposte non richieste. Cambiare metodo, smettere di volgere lo sguardo al passato perchè "la tomba è vuota e Lui ci aspetta in Galilea". Un'altra Tavola Rotonda ha fatto il punto sulla situazione dei media
e dei Centri culturali cattolici, con specifico riferimento a ciascun
ambito di attività. Sono intervenuti, presentando le rispettive
esperienze: don V. Rini, presidente della Fisc (Federazione italiana Stampa
Cattolica), il dott. L. Bardelli, presidente del Corallo (Consorzio
di Radio e Televisioni locali), il dott. E. Rossi presidente
dell'Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana), l'avv. E. Piccinelli,
presidente Copercom (Cooperativa di operatori della comunicazione),
padre A. Filippi, presidente Uelci (Unione Editori e Librai Cattolici),
on. M.P.Garavaglia, presidente Aiart (Associazione dei Radio-Teleascoltatori),
mons. R. Busti, presidente dell'Acec (Associazione cattolica
esercenti cinema ), il prof. A Barzanò, direttore del
centro Culturale Rezzara di Bergamo. Moderatore il dott. Garavaglia,
direttore Ufficio Stampa dell'Università Cattolica. Dalla Tavola
Rotonda è emerso lo stretto legame che queste realtà -
attraverso molteplici attività culturali ed educative - hanno
con il territorio sia sul piano formativo, sia su quello informativo,
poiché l'elaborazione delle notizie dà l'occasione di
trasmettere anche delle idee: senza manipolare le coscienze e nel rispetto
di tutte le culture. Ciò che viene richiesto a tutti gli operatori
è: qualità, consapevolezza e sinergia. Nei media e nei centri culturali cattolici operano decine di operatori professionisti o volontari, in spirito di volontariato culturale che è anche carità culturale. Si è manifestata la tenace consapevolezza che si stia giocando una partita decisiva, una sfida a cui i cristiani che operano nei diversi ambiti della pastorale non devono sottrarsi. Nelle due serate sono state organizzati due eventi culturali: nella
prima, un talk show ritrasmesso in diretta dall'emittente Sat 2000,
molto ben riuscito per l'intelligenza, la prontezza nella capacità
di relazionarsi, l'arguzia dei partecipanti. Nella seconda serata vi è stata la possibilità di assistere in anteprima alla proiezione del film "Apocalisse" ultimo e ventunesimo film del ciclo televisivo "La Bibbia", prodotto da Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction. Il Convegno ha dato occasione di scambi e incontri, perché oltre all'ascolto delle relazioni, tutte di notevole livello, vi è stata la possibilità di visitare stands di operatori della comunicazione: editoria, Cinema, TV e media in generale. Inoltre molte personalità, tra i"comunicatori", si sono rese accessibili e disponibili al colloquio interpersonale. Le relazioni integrali sono in fase di pubblicazione nel sito:
http://www.chiesacattolica.it/parabole/relazioni.htm Ulteriori sintesi delle relazioni si possono trovare , in ordine sparso, su: http://www.agenziasir.it/ cliccando su "parabole mediatiche" e "notizie quotidiane". ----------------------------------------------------------------------------------------------------------- Il CRISTIANESIMO E' UNA RELIGIONE DI PACE Il Concilio Vaticano II, con i Decreti Conciliari sull'Ecumenismo "Unitatis
Redintegratio", "Orientalium Ecclesiarum", "Ad Gentes",
e le Dichiarazioni "Nostra aetate" e "Dignitatis humanae",
(nel passato, 40 anni fa, eravamo già nel futuro) aveva dato
indicazioni ai cattolici sul modo di affrontare le diversità,
anche religiose. |
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VOLONTARIATO | ||||
PERCHE' FARE VOLONTARIATO NEL PASSATO ASPETTI DELLA REALTÀ SOCIALE ATTUALE · La relazione delle persone, con l'avvento e l'utilizzo delle
tecnologie avanzate, ha allentato i contatti intersoggettivi, i soli
che possono dare autenticità all'esperienza umana · Incidere sulla realtà sociale attraverso la propria
capacità di incarnare concretamente, nelle azioni quotidiane,
una concezione della vita fondata sul "farsi prossimo" |
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PROMOZIONE UMANA | ||||
I GIOVANI E LE NUOVE OPPORTUNITA' Dai convegni di cui abbiamo relazionato su questo numero del notiziario appare che nel momento storico presente vi è una emergenza giovanile. La nostra esperienza ci induce invece a un messaggio di speranza. Possiamo con certezza affermare che molti di essi, sanno oggi sfruttare le nuove opportunità date loro dall'uso di internet anche per studiare. Infatti essi hanno aperto un campo di formazione e di informazione immenso che le generazioni precedenti non potevano neanche sognare. Se è vero che i giovani leggono di meno, è vero anche che sanno vivere sempre in diretta, scambiando con i coetanei i pareri più disparati facendo uso della casella di posta elettronica, i news group, le mailing list, le chat, gli sms sui cellulari, le pagine web anche personali, i motori di ricerca su internet. Dunque, i giovani che sanno cogliere queste nuove opportunità, partecipano alla vita sociale, scrivono, esprimono pensieri. Ciò significa che è cresciuta in essi la consapevolezza di essere persona, non solo individui, con la capacità di avere un proprio punto di vista.Con internet allargano lo sguardo sul mondo, si creano delle opinioni, si attrezzano per costruire la propria identità. Se è vero che non sanno niente a memoria, hanno però una capacità selettiva, di ricerca criticamente capace di selezionare ciò che a loro serve in quel momento, nel mondo di informazioni che su internet possono trovare su uno specifico argomento. Sta nascendo un'altra idea di cultura e gli adulti devono essere attenti a queste trasformazioni, stare accanto ai nostri giovani, essere per essi punti di riferimento e di confronto attendibili. La possibilità di avere in casa una biblioteca così immensa e una piccola tipografia, consente loro non solo degli approfondimenti prima inimmaginabili, ma anche la possibilità di rielaborare ciò di cui vengono a conoscenza anche attraverso un proprio "medium" corredato di articoli, fotografie e quanto utile a manifestare il loro mondo interiore, a dare informazioni e a riceverne, così da essere connessi all'oggi davvero in tempo reale e con buone competenze.
LA DONNA NELLA VITA SOCIALE E NELLA CHIESA Il particolare contributo della donna nella famiglia, nella società, nella Chiesa, in quanto dotata di proprie virtu' di persona al femminile, dovrebbe essere quello di creare attorno a sé un ambiente accogliente e formativo: tanto più riesce in questo, se è preparata umanamente, professionalmente e se conserva il rapporto con Dio attraverso una ricca vita interiore. La donna ha qualcosa di caratteristico e che solo lei può dare: ad esempio la tenerezza, l'instancabile attenzione e impegno per gli altri, l'amore per la concretezza e il servizio generoso, la tenacia, la capacità di intuizione, la creatività....Ma i doni di Dio sono utili quando si sa adoperarli. Ciascuna persona è un tassello della società, una parte del corpo della Chiesa, dunque nessuno può dire di sè "Io non servo a nulla, non sono utile a nessuno". Ogni donna, fin dalla prima adolescenza, dovrebbe impegnarsi a scoprire la chiamata personale, a cercare il proprio ideale di vita e cominciare a scegliere un campo di azione, senza la pretesa di risultare poi la migliore. Non dissiparsi in invidie e gelosie, nè in dubbi che con i "magari" fanno navigare nella vita senza mai arrivare a un approdo. Non consentire mai alla propria volontà di addormentarsi, impegnarsi anche nelle cose minime, organizzarsi stabilendo un ordine con priorità di valore alle cose da fare, affidarsi alla volontà di Dio, piaccia o non piaccia, nella speranza certa che il Signore è davvero un ottimo Pastore. |
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COMUNICAZIONI AI NOSTRI ASSOCIATI E SOSTENITORI | ||||
PER CAMMINARE VERSO L'UNITA' E LA COMUNIONE FRATERNA Ho constatato che si rende quasi impossibile il ritrovarci fisicamente
a causa dei numerosi impegni e doveri che ciascuno di noi deve assolvere. Queste le modalità: Tutto questo senza perdere la speranza di riuscire a ritrovarci insieme ogni tanto per una Celebrazione comunitaria e un momento di festa. Spero che questa proposta venga accolta.
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VI CONSIGLIAMO | ||||
Libri
Burkhart Schneider - Pio XII - San Paolo Edizioni La prima biografia del pontefice. Testimonianze sul suo operato. Martin Gelabert Ballester - La nostra risurrezione - San Paolo
Edizioni Gian Franco Svideroschi - Un Concilio che continua - Ancora Andrea Tornielli - Escrivà fondatore dell'Opus Dei -
Piemme Angelo Comastri - La firma di Dio - San Paolo Edizioni David Maria Turoldo - Amare - San Paolo Edizioni Susanna Tamaro - Più fuoco, più vento - Rizzoli Tonino Cantelmi e Lisa Giardina Grifo - La mente virtuale -
San Paolo Edizioni Alister McGrath - Il Dio sconosciuto - San Paolo Edizioni Michele Brambilla - Gesù spiegato a mio figlio - Piemme Baldinger Achour Aline - Le grandi religioni spiegate ai miei figli:
Islam, Cristianesimo, Ebraismo, Buddismo (ed.in brossura)
- Piemme Francesco Antonioli - La Bibbia dei non credenti - Piemme
http://www.ilgiovanefrancescano.it/ http://www.seminario.milano.it/ http://www.mistici.org/ http://www.profeta.it/ http://www.areopago.it/ http://www.saledellacomunita.it/ http://www.acec.it/
Il Decalogo di K.Kieslowski Orizzonti di gloria di Stanley Kubrik L'ultimo treno con Willem Dafoe
6 nov.-15 dic -. Musei di Porta Romana Viale Sabotino, 22 - Milano 30 ott.-2 feb.2003 - Spazio Oberdan -Viale V.Veneto, 2 - Milano 21 ott.-25 nov. - Spazio Oberdan - Viale V.Veneto, 2 - Milano 7-29 nov. - Spazio Guicciardin i- Via Guicciardini, 6 - Milano 23 nov. Palazzo Stelline-C.so Magenta, 61-Milano 2° CONFERENZA REGIONALE DEL VOLONTARIATO Informazioni e-mail: conferenza_volontariato@it.sudler.com
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FESTIVITÀ - AUGURI | ||||
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RINGRAZIAMENTI | ||||
Ringraziamo innanzitutto il Card. Dionigi Tettamanzi dell'attenzione che ci ha riservato. Per il convegno
"Il ruolo dei giovani nell'Europa della Speranza" ringraziamo: il Consiglio Zona 4 Comune di Milano, l'ISU dell'Università Statale,
il Politecnico di Milano, il Coordinamento Centri Culturali Cattolici della Diocesi Lombarda, i responsabili del Progetto Culturale CEI,
l'azienda che ha offerto i break e tutti i volontari che si sono prestati.
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