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I concetti di persona e di libertà intesi cristianamente

a- Tra gli esseri viventi l'uomo è l'unica specie che ha diverse facoltà che lo distinguono dall'animale, tra cui quella di poter scegliere coscientemente. Ciò premesso, quale significato comunemente si attribuisce al termine "persona umana"?

b- Comunemente la "libertà" dell'uomo è ritenuta un valore: perché le varie ideologie intendono questa "libertà" sotto angolature diverse?

c- Che cosa significa per la religione cristiana vivere da persone "libere"?

d- Per chi non professa alcun credo religioso né fonda il suo pensiero su alcuna ideologia, che cosa significa oggi vivere da "persone libere"?

e- Ti senti veramente libero? Ti interessa poterlo essere? In che modo salvaguardi la tua libertà senza danneggiare gli altri?


Pensiamo che l'uomo possa definire un'identità di sé che non sia banale, soltanto a determinate condizioni: se può credere di esistere in un mondo in cui qualcosa ha un'importanza essenziale (potrebbero essere le necessità dei suoi simili, o le esigenze della natura, o i doveri di cittadinanza, o l'appello a Dio...). Nella scala di valori, il riferimento più alto è quello all'appello di Dio. L'uomo, secondo le Sacre Scritture, è stato creato a immagine e somiglianza di Dio (Genesi 1,27) "Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.". Questo è quanto esprime la parola di Dio a proposito della sacralità della vita umana:

(Salmo 139, 13-14):
Sei tu che hai creato le mie viscere
e mi hai tessuto nel seno di mia madre.
Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio;
Sono stupende le tue opere,
Tu mi conosci fino in fondo.

(Ger. 1,5)
Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce...

(Salmo 8,4-7)
Se guardo il cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l'uomo perché te ne ricordi? e il figlio dell'uomo perché te ne curi? Eppure lo hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi;

Chi crede in Dio, crede anche in se stesso. Crede nella sua origine divina, nella sua missione unica, nella sua dignità cristica. Cristo è infatti la qualità dell'esistenza che manifesta e mette in atto il bene che proviene dalla sua inseparabile comunione con Dio. (Luciano Mazzocchi) Persona = nella circolarità e connessione delle sue caratteristiche, è natura dotata di intelligenza e autocoscienza (autodeterminazione nel processo dinamico dell'identificazione dell'io); di libero arbitrio (non irrazionale ma riflessivo, teso cioè alla scelta dei beni di cui ha bisogno qui e ora, sia nella dimensione trascendente sia nella realtà storica e sociale e mentre cerca l'autorealizzazione: in sintesi una vita riuscita ossia la propria felicità);
di capacità di amore oblativo nel rapporto con gli altri (a somiglianza della SS.Trinità, la persona umana non cerca la felicità da sola, ma la comunione con gli altri; anche la sessualità maschile e femminile della persona, come voluta da Dio, è una spinta ad uscire dalla soggettività per trovare nell'altro il riconoscimento di sé, che è prima esperienza del bene; e così pure il soddisfacimento della necessità di dare-ricevere amore gratuito: tale necessità è inscritta nella persona umana a motivo del suo essere creato a immagine di Dio-Trinità);
di vita eterna: la scoperta di tale dimensione è certamente la più difficile: la fede aiuta l'uomo che sa guardare dentro se stesso, a trovarvi i germi dell'immortalità. (Per esempio, il senso estetico e artistico aiuta la comprensione della trascendenza.) L'anelito alla vita che portiamo dentro, è frutto del nostro essere radicati in Dio, fonte di vita che non gode per la rovina dei viventi. La persona è irresistibilmente attratta dalla perfezione, che cerca continuamente e con inquietudine nella forma di una evoluzione storica: sotto gli aspetti antropologici, artistici, scientifici ecc. La persona cerca Qualcuno, piuttosto che qualcosa, poiché creata "a immagine del Figlio di Dio Gesù Cristo, primogenito di molti fratelli (S. Paolo Rm. 8,29). "...perché ci hai fatti per te e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te" (Sant'Agostino - Confessioni Libro I 1.1) "Dentro ogni vita c'è il filo d'oro dell'amore di Dio perché da Te viene la vita" (Green). Per i cristiani, la persona umana ha questa genealogia: è immagine di Dio e di Cristo nella storia. Ed è via della Chiesa. Cristo è entrato nel cammino storico dell'uomo ed ha elevato la vita umana ad un fine soprannaturale e trascendente. La fede attesta che "Dio è amore" (1°Gv.4,16) che Dio è "padre buono" (Mt. 6,9-14) che ama i suoi figli di amore indiscriminato (Mt.5,43-48). Il Dio-amore non vive per se stesso, vuole il bene dell'amato, è generativo, è fecondo, è comunionale. Un Dio che non condivide il suo bene con i suoi figli è impensabile. Altrettanto inconcepibile, assurdo, é un Dio creatore del "male" che, nel farsi uomo in Gesù Cristo, vi sarebbe poi coinvolto in prima persona. (Sapienza 1.13-15; 2.23-24) "Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. Egli infatti ha creato tutto per l'esistenza; le creature del mondo sono sane; in esse non c'è veleno di morte né gli inferi regnano sulla terra, perchè la giustizia è immortale. Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità; lo fece a immagine della propria natura. Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo; e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono."

Lo spazio socio-politico della libertà
L'uomo persona è posto come soggetto e centro della società e in essa dovrebbe poter trovare ciò che implica il reale esercizio della libertà:
· Opportunità per sviluppare tutte le personali capacità, mediante un'autocomprensione che consenta a ciascuno di riconoscere i propri scopi più importanti; dare ad ogni soggetto possibilità di formazione mentre diviene individuo adulto capace di relazione (ogni persona possiede uguale dignità di fronte a Dio e tale dignità dovrebbe essergli riconosciuta dalla comunità umana a prescindere dalla razza, da orientamenti culturali e religiosi, da condizioni socio-economiche, ecc.).
· Realizzazione soddisfacente e perciò legittima felicità (entro i limiti determinati dalla convivenza fraterna e dai vincoli che essa impone a motivo del senso di responsabilità che ciascuna persona dovrebbe avere nei confronti degli altri, sia nel presente sia in previsione delle conseguenze "lontane" dei suoi atti). Un limite alla formazione etica potrebbe essere che il criterio principale della stessa si riconduca alla formazione alla convivenza pluralistica.

La politica appare spesso incapace di assolvere al suo compito di promuovere il bene comune, in quanto si dimentica del valore della responsabilità o meglio della corresponsabilità democratica di tutti nei confronti di tutti, cioè del destino storico dell'umanità. Quando la politica coltiva il potere, diventa idolo che calpesta la vita delle persone. Per giungere alla codeterminazione dell'umanità, dovremmo avviarci sulla strada dei poteri (intesi come servizio) correlati a livello mondiale, nell'esercizio della corresponsabilità civile e morale dei vari Paesi, i quali dovrebbero essere orientati al conseguimento del bene comune. Anche le persone dovrebbero sentire l'urgenza di farsi parte attiva della società, per interagire in vista dell'incessante confluenza delle differenze, nell'affermazione dei diritti umani e per l'attraversamento dei conflitti senza l'uso della violenza. Il metodo più opportuno per soluzioni buone e pacifiche è certamente il dialogo aperto, il dibattito democratico, l'apertura all'apporto degli altri, l'accettazione della critica costruttiva, la capacità di ripensamento. Rif. "Per una libertà responsabile" -Centro Studi filosofici di Gallarate- (collab. per il progetto culturale).

PARTE SECONDA

Il concetto di persona nella concezione liberista

A proposito di liberalismo, il Prof. Giovanni Sartori, nostro contemporaneo, nel suo commento al pensiero liberale, afferma che tale pensiero ha avuto inizio quando il singolo ha cominciato a porsi il problema dei suoi diritti e del suo valore. Il concetto di individuo-persona (cioè entità di valore) è di origine cristiana, ma elaborato dopo il 1500 e poi definito in senso politico come costituzionalismo liberale. Ma la libertà politica è UNA delle tante libertà. La libertà DA... sorregge le altre libertà che oggettivamente dovrebbero almeno derivare dal diritto naturale. Poi vengono le libertà DI... che sono tante almeno cercando di non violare la libertà altrui. Ma la libertà intesa cristianamente ("Cristo ci ha liberati perchè restassimo liberi" - Gal. 5,1) ci invita a una libertà che attende di ricevere la sua forma dalle "Beatitudini" quindi liberi PER amare, liberi PER servire.

INSERTO: STORIA DEL PENSIERO LIBERALE
(Stralci da "Piccola antologia del pensiero liberale" -Società Libera)


La concezione liberale sembra spesso ruotare attorno al concetto dell’INDIVIDUALISMO che concepisce il massimo grado di autonomia e libertà soggettiva. Il bene comune dai pensatori liberali estremi è ridotto al minimo o comunque inteso come somma dei singoli beni privati. In questa idea dell’uomo vi è il concetto di libertà pensata anzitutto come primato dell’iniziativa e dei diritti dell’individuo, compresi spesso anche i fini utilitaristici. Allo Stato sarebbero delegati soltanto quei poteri a difesa di diritti che il singolo da solo, non è in grado di esercitare (es. difesa, ordine pubblico, relazioni internazionali, ecc.). I diritti soggettivi, sono intesi a volte da parte di chi esercita il potere ideologico, come possibilità di massima espansione e non dovrebbero venire lesi dallo Stato. Così anche la libertà di coscienza e di scelta, secondo il liberismo integrale, non deve essere condizionata da opzioni o da riferimenti a valori etici, ideali o religiosi. Vi è certamente un liberismo moderato, ma il liberismo "selvaggio" e "anarcoide" chiede la libertà totale dell’individuo anche nelle scelte etiche e le definisce come "diritti civili": così viene intesa la libertà di aborto, divorzio, droga, eutanasia, uso indiscriminato della bioetica, della procreazione assistita anche a favore di singoli, il matrimonio tra omosessuali, ecc.. Il 21 novembre 1999 c’è stata una grande kermesse a Firenze a Villa La Pietra ... Palazzo Vecchio, presenti Blair, D’Alema, Jospin, Schroeder e Clinton per scambiare idee e confrontare programmi sul Riformismo del XXI secolo, che dovrebbe mediare tra la libera iniziativa di mercato e un nuovo modello sociale meno corporativo; per cercare insieme una nuova via, comunque chiamata, che consenta la coesistenza tra le ragioni dell’economia e i bisogni della gente. (Secondo Clinton la tecnologia moltiplica le opportunità di lavoro e non sarebbe da demonizzare). È necessario recuperare un'universalità che non sia però insensibile alle singolarità umane.

PARTE TERZA

Il concetto di persona nella concezione Marxista

Tale concezione ruota attorno al concetto del collettivismo e concepisce un progetto sociale massificante a scapito del bene del singolo. Anche il concetto di Stato è un assoluto a scapito di realtà individuali o associative spontanee. Tale Stato impone la distribuzione dei beni e amministra la giustizia attraverso un proprio apparato ideologico. Assume in se stesso la sintesi dei valori più nobili della comunità: per questo si definisce Stato "etico" in quanto esprimerebbe la coscienza di tutto un popolo, trascendendo i limiti degli individui ed ergendosi al di sopra di tutti i valori. Quindi stabilisce l’organizzazione politica, giuridica, economica, limitando lo spazio al confronto oggettivo e democratico. Impedisce le libertà civili e religiose e nega alcuni diritti umani. (rif. CA 44-45) Il pensiero marxista ha assunto sovente la forma di "lotta di classe" per far affermare i suoi principi. Sono stati identificati dei "nemici" da abbattere in quanto fautori di propri interessi a scapito delle masse. Tra questi nemici sono state annoverate le chiese, per una differente concezione della persona umana, alla quale non è riconosciuto l'aspetto trascendente. (Qui sorge spontanea una domanda: potranno persone che credono in cose diverse trovare un punto d'incontro su cui fondare un'etica comune, senza che nessuno debba rinunciare alle proprie convinzioni, nel contempo rispettando profondamente quelle altrui? Eppure, la vita dell'uomo dovrebbe essere un terreno di incontro e non di scontro tra culture diverse). Su queste problematiche il cristianesimo ha qualcosa da dire: "Prima di tutto l'uomo" e la sua dignità di figlio di Dio, dal concepimento alla sua morte naturale. L'uomo che non deve essere strumentalizzato, sottovalutato, imbrogliato, imbavagliato, usato, ricattato, torturato (né psicologicamente né fisicamente), ucciso. L'UOMO-CRISTO, EREDE DI DIO E DELLA VITA, PER UN DESTINO ETERNO. Noi cristiani non siamo degli schiavi, siamo portatori di speranza. Non si tratta di dichiararci e crederci migliori ma di metterci, ogni giorno e on umiltà, al servizio di Dio e dei fratelli.


Libertà personale e sociale in campo etico

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