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L'utopia dell'uguaglianza sociale tra le persone

a- Che significato si intende dare comunemente al termine "uguaglianza"?

b- Le diversità naturali tra gli uomini, costituiscono una limitazione o una risorsa per le comunità?

c- Come andrebbero gestite le diversità sociali per salvaguardare la dignità di ogni uomo?

Vi è differenza tra il concetto di uguale dignità di ogni persona, in quanto essere umano, e uguaglianza sociale che deve poter essere gestita con giustizia. Non sempre le nuove manifestazioni di giustizia provengono dalla riflessione dei cristiani. Se consideriamo il corpo sociale, riscontriamo che ogni attività umana, dalla più modesta alla più nobile, è necessaria al bene dell'intero corpo. Se poi consideriamo la natura dell'uomo, riscontriamo che in tutti c'è la tendenza all'egoismo, poveri e ricchi. S. Paolo apostolo (1° Cor. 6,9-10) esprime bene la condizione umana "...non illudetevi: né immorali, né idolatri,nè adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il Regno di Dio." Tutti siamo soggetti a sbagliare. Ma Gesù afferma ( Mt 5,48) "Siate dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste". Questo, al termine del famoso discoso della montagna, in cui dichiara "beati" tutti coloro che soffrono. Lo stesso S. Paolo ( 1° Tm. 6,1-2; 17-19) evangelizza schiavi e ricchi perché si comportino correttamente, senza incitarli all'odio reciproco. Non basta la giustizia "dell'occhio per occhio"; l'uomo nuovo ha altri criteri sull'esempio di Gesù. Il " non opporsi al malvagio" (Mt. 5,38-42) non é invito a non combattere il male, ma a contrapporre sempre l'autenticità della non-violenza e della pace, alla brutalità della violenza e della forza. Il male alimenta il male. Solo il bene sradica il male. Ma le "perle e le cose sante" sono incomprese da chi non è preparato spiritualmente a penetrarne il mistero. Scrive il Card. Carlo Maria Martini - ...il versetto del Vangelo (Mt. 7, 6.12-14) "non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perchè non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi..."si potrebbe leggere come un invito alla prudenza: fa' attenzione, perché è spesso assai difficile togliere la pagliuzza dall'occhio del fratello, e potrebbe suscitare reazioni inutili e spropositate. Nel complesso si ha l'impressione che il detto voglia mettere in guardia contro coloro che, in maniera rigida e fondamentalistica, pretendono l'immediata osservanza degli insegnamenti di Gesù da parte di tutti.In realtà il discorso della montagna richiede una preparazione, una gradualità, un cammino progressivo. Esso contiene esigenze altissime, che rimangono vere, e tuttavia vanno applicate in un contesto fatto di pazienza, di longanimità, di perseveranza, di amore...- È attraverso l'umiltà vissuta da Gesù e anche da San Paolo apostolo che possiamo incontrare i fratelli.(rif. 1° Cor.9,22)


Libertà personale e sociale in campo etico

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