Cerca nel sito:
Imparare a gestire l'evoluzione storica e ad incidere sul cambiamento

a- È sempre vero che è necessario un gruppo di persone per proporre delle idee?

b- In che modo si possono far circolare idee nuove senza possedere grandi mezzi?

c- In che modo è possibile costruire il consenso partecipato della gente attorno a dei progetti?

d- È possibile tendere al cambiamento sociale, usando il metodo del dialogo e della tolleranza?

In un articolo apparso su "Famiglia cristiana" del 18-6-2000 dal titolo CHIESA, ALZATI E CAMMINA, e redatto da Alberto Bobbio, si è commentata l'assemblea dei Vescovi a Collevalenza. Il Vescovo Chiarinelli ha detto che l'esperienza cristiana"non appartiene più alla normale esperienza del popolo italiano" e ne ha individuate tre cause:

a) l'immobilismo della nostalgia: cioè l'incapacità di affrontare il cambiamento e il rifugiarsi nell'antico (in particolare per la liturgia e la catechesi)

b) il consumismo religiosi: cioè la ricerca o dei riti di massa così appaganti o, al contrario, la costruzione di spazi raffinati per pochi fedeli.

c) la deriva temporalistica: cioè la fede ridotta ad opere, l'azione pastorale fatta per occupare spazi di attività e ricevere il plauso dei laici.

A partire da queste considerazioni che riteniamo conformi alla realtà ecclesiale, osserviamo che, secondo noi, la C.E.I. prendendo l'iniziativa tre anni fa di smuovere le acque con "Il progetto culturale orientato in senso cristiano" sia stata veramente illuminata. Tutti i cristiani, in grado di collaborare, dovrebbero impegnarsi: la società italiana e la comunità umana nel suo complesso hanno bisogno di tornare a conoscere il Vangelo che é luce per le genti.


Libertà personale e sociale in campo etico

StampaHome