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Correttezza delle intenzioni e adesione al bene nella concretezza in cui si dispiega l'esistenza

a- Da dove può venire la spinta a fare il bene? Da una fede, dal ragionamento, dal senso di solidarietà verso la propria specie, dalla vanità, o dalla speranza di una qualche remunerazione?

b- È sempre decifrabile la vera intenzionalità del cuore umano?

c- Si può giudicare l'operato altrui senza possedere una chiara conoscenza delle intenzioni di chi opera?

d- Ha più valore il bene nei piccoli gesti quotidiani, o una grande generosa azione compiuta una sola volta nella vita?

Ecco cosa devi osare: essere te stesso. Ecco cosa invocare: che la grandezza della vita si rispecchi in te a misura della tua purezza." (Dag Hammarskjöld) Gesù richiama i suoi discepoli a non giudicare. È possibile criticare la cattiva azione, ma non chi l'ha commessa perchè a volte ci può sembrare che l'altro stia comportandosi male e invece, a motivo dell'intenzione che è buona, sta facendo il bene. (Serafino di Sarov) Vi sono delle oggettive difficoltà da superare quando ci confrontiamo con chi non è credente sulle questioni etiche. Per esemplificare: come affrontare il problema etico del coma irreversibile. La Chiesa é contraria all'accanimento terapeutico; tuttavia non ritiene lecito dare la morte secondo decisione umana ma rispettando la volontà di Dio Creatore e Signore della vita. Questo è il motivo per cui i cristiani si trovano a volte in contrasto con i laici quando affermano che vivere in modo non pienamente consapevole, non ha dignità umana e bisognerebbe interrompere le possibilità di vita.


Libertà personale e sociale in campo etico

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